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LA RESPONSABILITA’ DISCIPLINARE DELL’AGENTE DI POLIZIA LOCALE

Partendo dal dato costituzionale, l’art. 28 recita: I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici”.

Se ne deduce che la responsabilità in capo al pubblico dipendente che viola i propri doveri è di tipo penale, civile ed amministrativo.

L’agente di polizia locale è un dipendente comunale, in funzione di un rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione.

Nell’ambito del rapporto di lavoro tra P.A. e pubblico dipendente, lo stesso può incorrere anche in responsabilità disciplinare.

La responsabilità disciplinare è quella specifica forma di responsabilità (aggiuntiva rispetto a quella penale, civile, amministrativa e contabile) in cui incorre il dipendente pubblico che con dolo o colpa non osservi obblighi contrattualmente assunti, fissati nel CCNL e recepiti nel contratto di lavoro individuale.


L’accertamento di tale responsabilità implica l’applicazione, da parte del datore di lavoro, di sanzioni che a seconda della gravità del fatto accertato sono progressive, nell’ordine del: 

  • richiamo (verbale e scritto); 

  • multa; 

  • sospensione dal servizio e dalla retribuzione; 

  • licenziamento con o senza preavviso.


IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE

La contestazione dell’addebito al dipendente è regolamentata dal D.Lgs 165/2001.

I soggetti titolari del potere disciplinare sono:

  • per il rimprovero verbale: il responsabile della struttura presso cui il dipendente presta servizio;

  • per le restanti infrazioni: la competenza è dell’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (U.P.D.).

Il dipendente è passibile di sanzione disciplinare sia per violazione dolosa che colposa dei propri doveri.

Il procedimento disciplinare è regolato dall’art. 55-bis e ss. del D.lgs 165/2001.

Il responsabile della struttura che ha conoscenza del fatto segnala immediatamente e comunque entro 10 giorni, all’UPD i fatti ritenuti di rilevanza disciplinare.

L’UPD provvede entro 30 giorni alla contestazione scritta dell’addebito procedendo alla convocazione dell'interessato per l’audizione in contraddittorio a sua difesa.

Il dipendente può farsi assistere da un procuratore o da un rappresentante sindacale.

L’UPD deve concludere il procedimento entro 120 giorni dalla contestazione dell’addebito con l’irrogazione della sanzione disciplinare oppure con una archiviazione.

La sanzione è impugnabile in sede giurisdizionale o arbitrale secondo il codice di procedura civile.




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